Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2280-1332 / EISSN 2421-6801
G. Giappichelli Editore

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L'adeguamento dell'ordinamento tributario nazionale alle linee guida dell'Ocse e dell'Ue in materia di lotta alla pianificazione fiscale aggressiva (di Fabrizio Amatucci)


I recenti interventi dell’OCSE e della Commissione UE in materia di lotta alla pianificazione fiscale aggressiva dettati dall’allarmante crisi economica internazionale, hanno avviato una fase di cambiamenti radicali da parte dei sistemi fiscali nazionali che si stanno adeguando per la prima volta spontaneamente a raccomandazioni e agli atti soft law, modificando le proprie norme antielusive ed antievasive e che introducono sistemi di controllo ispirati alla c.d. cooperative compliance. Emergono nel nostro ordinamento una serie di problematiche attuative derivanti dal coordinamento delle diverse politiche fiscali a livello internazionale e dalla mancanza di un’ampia attività discrezionale amministrativa che è alla base della strategia internazionale e delle nuove attività collaborative e durature volte alla definizione dell’imponibile da parte delle imprese, ispirate alla fiducia reciproca ed alla tutela dell’affidamento.

The implementation of the domestic tax system to the oecd and eu guidelines on aggressive tax planning

The recent OECD and EU proposals on aggressive tax planning, justified by the huge economic crisis, have opened a phase of radical changes in the domestic tax systems. The latter are spontaneously conforming to recommendations and soft law, modifying anti-avoidance and anti-evasion rules and introducing cooperative compliance systems. In the domestic system a series of implementing problems are arising, due to the coordination of the different international fiscal policies and to the lacking of any discretionary administrative activity which is the core of the international strategy, as well as of the new cooperative activities aimed at the definition of the taxable base directly by the enterprises, inspired to the reciprocal trust and the bona fide protection.

1. Dall’efficienza e neutralità fiscale internazionale alla globalizzazione delle politiche economiche e fiscali nazionali antielusione Le pretese tributarie proprie di ogni Paese esercitabili al di fuori dei confini nazionali grazie all’esistenza di criteri di collegamento di tipo personale, si intersecano e si cumulano nel momento in cui incidono su di uno stesso soggetto o su di uno stesso oggetto fonte di ricchezza e nel caso in cui i flussi di ricchezza si spostano da uno Stato all’altro [1]. In base al principio del­l’“efficienza fiscale internazionale”, l’imposizione dovrebbe essere neutrale [2] ed interferire il meno possibile sulle scelte economiche e sull’allocazione dei capitali delle imprese, garantendo la pianificazione fiscale a livello internazionale. È noto tuttavia che in ambito mondiale la molteplicità e la diversità dei sistemi impositivi che hanno raggiunto divergenti livelli di sviluppo, rendono un sistema fiscale non asimmetrico difficilmente realizzabile [3]. Le norme nazionali e convenzionali volte a garantire quasi esclusivamente per troppo tempo attraverso benefici, neutralità ed efficienza fiscale ed a ripartire il potere impositivo tra gli Stati evitando effetti distorsivi derivanti dalla concorrenza fiscale [4], sono sempre meno in grado di assicurare tali obiettivi, divenendo spesso oggetto di abuso. Tali norme infatti sono utilizzate dalle imprese le quali, per sfruttare le asimmetrie tra sistemi fiscali, tendono a collocarsi in aree territoriali c.d. a regime fiscale privilegiato e ad ottenere benefici che non spettano o doppi vantaggi da parte di diversi Stati al fine di minimizzare o annullare le pretese fiscali, erodendo la base imponibile [5]. Le norme convenzionali non garantiscono più isolatamente la neutralità o l’efficienza fiscale qualora diventano oggetto di abuso da parte delle imprese perché possono alterare la concorrenza. Allo stesso modo le norme antielusive adottate unilateralmente dagli Stati generano sovrapposizioni, restrizioni e confusione, disincentivando gli investimenti e non risultano più idonee a garantire una pianificazione fiscale non aggressiva da parte delle imprese. Tale scenario determina, in un contesto economico notevolmente mutato in questi ultimi anni a causa della crisi internazionale, la necessità del perseguimento di un diverso obiettivo prioritario della fiscalità internazionale, non più individuabile nell’efficienza o neutralità fiscale internazionale, quanto nell’effettività dell’imposizione e nella mancata sottrazione di ricchezza imponibile, soprattutto delle attività transnazionali svolte dalle imprese [6]. Le motivazioni che hanno provocato un cambio radicale di rotta ed un ripensamento delle regole e degli obiettivi principali della fiscalità [continua..]

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