Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2280-1332 / EISSN 2421-6801
G. Giappichelli Editore

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Lo 'scudo' fiscale: problemi interpretativi e riflessioni sulla natura giuridica dell'istituto (di Ilaria De Pasquale)


Lo scritto analizza gli aspetti principali della disciplina sullo scudo fiscale, con particolare riferimento alla terza versione dell’istituto regolata dal D.L. n. 78/2009 in combinato disposto con il D.L. n. 350/2001.

Con il termine “scudo fiscale” si fa riferimento ad una forma atipica di condono fiscale, introdotta per la prima volta in Italia con i D.L. n. 350/2001 che ha istitui­to un’imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute al di fuori del territorio dello Stato in violazione delle norme sul monitoraggio fiscale, chiaramente al fine di ottenerne il rimpatrio e di conseguire il relativo gettito fiscale. Alla definizione agevolata degli illeciti è seguito il beneficio di effetti premiali quali l’estinzione delle sanzioni amministrative e penali correlate alle violazioni in tema di monitoraggio, l’esclusione dalla punibilità penale per taluni reati connessi e la preclusione di ogni accertamento tributario e contributivo nei confronti del dichiarante e dei soggetti solidalmente obbligati limitatamente agli imponibili rappresentati dalle somme o dalle altre attività costituite all’estero e oggetto di rimpatrio.

Dopo aver analizzato i diversi punti critici della disciplina e i problemi interpretativi sorti in dottrina e giurisprudenza, si è tentato di prospettare un possibile inquadramento dell’istituto nella categoria dei condoni di tipo premiale.

The tax 'shield': interpretation problems and observations on the institute's nature

This paper analyses the main aspects of the Italian tax “shield” (so-called scudo fiscale), with particular reference to the third version of the institute introduced by Law Decree No. 78/2009 in conjunction with Law Decree No. 350/2001.

The term “tax shield” refers to a peculiar kind of tax amnesty introduced in Italy with Law Decree No. 350/2001 that established an extraordinary tax on foreign capital and assets held abroad in violation of exchange control regulations, with the clear aim of obtaining their repatriation and their consequent taxation. The tax shield’s legal effects are the non-application of tax administrative and criminal penalties related to the violations of the exchange control regulations, the exclusion of criminal liability for certain offenses and the protection from any tax and social security assessment activity against the declaring taxpayer and other joint debtors, limited to the amounts or other assets held abroad and repatriated.

Following the analysis of several critical aspects of the discipline and the interpretative issues arose in literature, the article tries to address a possible categorization of the institute among the category of “rewarding” tax amnesties.

 

1. Introduzione In occasione delle recenti manovre finanziarie [1], si è ripreso a discutere del c.d. scudo fiscale, espressione con la quale si è soliti indicare uno strumento di definizione agevolata di illeciti tributari [2], introdotto nel 2001 e riproposto, con caratteristiche affini, nel 2003 e nel 2009 [3]. In particolare, e venendo qui all’analisi della disciplina più recente, il D.L. 1° luglio 2009, n. 78, così come conv. e modificato dalla L. 3 agosto 2009, n. 102, ha istituito un’imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute al di fuori del territorio dello Stato in violazione delle norme sul monitoraggio fiscale [4]. Con l’emersione delle suddette attività [5] ed il versamento di un’imposta forfetaria, gli interessati [6] hanno potuto definire la propria posizione nei confronti del Fisco, con la garanzia dell’anonimato, nei casi di rimpatrio [7], ed il beneficio di effetti premiali. Invero, le ragioni del rinnovato interesse per l’istituto non sono delle più felici: con il c.d. decreto Salva Italia, tra le tante misure adottate al fine di far fronte alle contingenti esigenze di “cassa”, sono stati previsti ulteriori prelievi sui capitali scudati, in chiara violazione dell’affidamento riposto dai contribuenti nella stabilità degli effetti prodotti dalla precedente adesione allo scudo fiscale [8]. Esula dall’ambito della presente trattazione l’approfondimento del delicato tema dell’affidamento in materia tributaria, soprattutto in considerazione della rilevanza che questo assume quale applicazione del principio di irretroattività delle norme tributarie che incidono su diritti del contribuente precedentemente garantiti [9]. Tuttavia, la rilevanza dell’argomento anche ai fini della presente analisi obbliga ad una riflessione. La tutela dell’affidamento deve infatti considerarsi la chiave di volta del successo di un istituto come lo scudo fiscale; successo che, come è stato auto­revolmente osservato [10], non può che risiedere proprio nella fiducia riposta dai contribuenti nell’effettivo conseguimento dei benefici promessi e, deve aggiungersi, nella stabilità degli stessi. Ciò risiede nella stessa natura di un simile istituto. Sebbene da più parti [11] siano state sottolineate le oggettive difficoltà di inquadramento dello scudo fiscale in una categoria giuridica predefinita [12], sembra scorgersi quel tratto caratteristico proprio della genesi dei provvedimenti di condono fiscale di tipo “premiale”, ossia la constatazione dell’impossibilità, per l’ordinamento, di perseguire la condotta illecita con l’utilizzo degli ordinari mezzi repressivi [13]. Lo scopo [continua..]

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