La Corte Costituzionale ha ritenuto infondate le questioni di legittimità costituzionale dei commi 25 e 26 dell’art. 37, D.L. 4 luglio 2006, n. 223, convertito dalla L. 4 agosto 2006, n. 248, con riferimento agli artt. 3, 24, 25 e 97 Cost., e inammissibili quelle proposte, con riguardo al medesimo articolato normativo, rispetto all’art. 3, ult. comma, L. 27 luglio 2000, n. 212. La decisione di ritenere conforme la previsione per la quale i termini per l’accertamento, in materia di imposta sul valore aggiunto, si raddoppiano in caso di violazione determinante l’obbligo di denuncia ai sensi dell’art. 331 c p.p., per uno dei reati di cui al D.Lgs. n. 74/
2000, è in parte condivisibile, considerate, per un verso, la dimensione oggettiva dell’elemento integrante la condizione per l’operare dell’istituto, individuato nell’emergere, in sede di accertamento, di circostanze sufficienti a fondare l’obbligo di denuncia; per altro verso, la possibilità per il contribuente di devolvere al giudice tributario, ope exceptionis, le questioni relative alla sussistenza di tale elemento, ottenendo così tutela del proprio diritto di difesa. Rimangono tuttavia aperti alcuni problemi, in particolare quello sull’ambito di applicazione della norma, sia con riferimento all’aspetto oggettivo, con riguardo, cioè, all’individuazione delle violazioni penali legittimanti l’applicazione del “termine lungo”, sia con riferimento all’aspetto soggettivo, relativo alla possibilità che il raddoppio si estenda al soggetto titolare del rapporto d’imposta verificato quando questi non coincida col soggetto attivo del reato. Non risolve, del resto, la problematica della rilevanza che le modalità di acquisizione della notitia criminis ed il tempus commissidelicti possono assumere nell’ambito della fattispecie disciplinata dall’articolato normativo sottoposto a vaglio di legittimità.
The Constitutional Court considered groundless the question of constitutional legitimacy of Art. 37, paras. 25-26, Law Decree No. 223 of 4 July 2006, in relation to Arts. 3, 24, 25 and 97 of the Constitution and, on the other side, held inadmissible the question of constitutional legitimacy of the same paragraphs in relation to Art. 3, last paragraph, Law No. 212 of 27 July 2000. The decision to consider constitutionally acceptable the provisions that double the terms of tax assessment activities in case of criminal offences requiring to file a complaint according to Art. 331 of the Criminal Procedural Code, is only partially agreeable. In this respect, on one side, it shall be considered the objective dimension of the pre-condition of this institution (i.e. the identification during tax assessment activities of circumstances involving the duty to file a complaint) and, on the other, the possibility for the taxpayer to submit to the tax judge – ope exceptionis – the decision on all the issues concerning the existence of such pre-condition, in order to obtain a full enforcement of his right of defence. However, certain issues still remain open: in particular, from the objective point of view, the one concerning the identification of criminal offences that justify the application of the “long term”; and, from the subjective point of view, the issue concerning the possibility that such doubled term shall apply also to the taxpayer involved in case he is not also the author of the criminal offence. The decision does not even solve the related issue concerning the relevance that the methods of acquisition of the notitia criminisand the tempus commissi delicti shall have in the factual situation disciplined by the provisions subject to the question of constitutional compatibility.
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