Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2280-1332 / EISSN 2421-6801
G. Giappichelli Editore

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Note critiche sul c.d. 'pareggio di bilancio”' (di Francesco Bilancia)


Il saggio contiene un commento critico a prima lettura dei contenuti della legge di revisione dell’art. 81 della Costituzione italiana nel quadro dell’attuale crisi dei debiti sovrani e nel contesto delle misure contenute nel c.d. Fiscal compact, con riferimento alle opzioni di politica economica ad essa sottese e al regime degli impegni assunti da ciascuno degli Stati membri nel sistema EURO.

Some criticism on the so-called 'balanced budget'

This paper originated from a critical analisys of new art. 81 of Italian Constitution which has provided the prescriptive rule of balanced budget, in the frame of comtemporary crisis of State debt and the comparative analisys of European Fiscal compact. Specific criticisms move from the different position of each State in Euro system and their respective equality.

In questi giorni [1] anche il Parlamento italiano si accinge ad approvare, or­mai in seconda lettura e pressoché all’unanimità, una legge di revisione del­l’art. 81 della Costituzione intitolata “Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale”. Salvo qualche limitato accenno, il pro­getto di riforma è praticamente assente dalla discussione politica [2] – e, con le dovute eccezioni, dal dibattito scientifico – incentrati piuttosto sul processo di risanamento finanziario e di contenimento del deficit e del debito pubblico in corso di faticosa attuazione per via di legislazione ordinaria. Dell’intro­duzione del c.d. principio del pareggio di bilancio in Costituzione si parla con pressoché esclusivo riferimento agli impegni assunti dall’Italia in sede di Unio­ne europea, al fine di garantire una ritrovata immagine di credibilità del sistema dei bilanci pubblici e del debito italiani al cospetto dei mercati finan­ziari. In questa sede ci si limiterà, invece, ad una rapida lettura dei contenuti del progetto di revisione costituzionale, inquadrandone altresì il significato normativo nel contesto del c.d. Fiscal compact [3], trattato internazionale sottoscritto, per il momento, al di fuori del contesto dei trattati su cui si fonda l’Unione europea. Sembrano comunque opportune due brevi premesse. Le osservazioni critiche che seguiranno non devono essere assunte quale obiezione all’indi­spensabile necessità di garantire una finanza pubblica in equilibrio e un debito sostenibile. Con la naturale conseguenza di ritenere necessarie azioni per la riduzione dell’ammontare del debito accumulato negli anni, unitamente a politiche di sostegno allo sviluppo funzionali al controllo di un adeguato livello del prodotto interno lordo. Elementi del resto assunti ormai anche in via di fatto – oltre che giuridicamente formalizzati in specifici impegni fin dal­l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht – quali criteri di valutazione della affidabilità finanziaria del sistema pubblico dei singoli Paesi e di evidente strumentalizzazione ad opera dei movimenti speculativi nei mercati finanziari. In secondo luogo deve essere, altresì, chiaro che i contenuti della riforma costituzionale in corso di approvazione non sono direttamente funzionali agli scopi ora richiamati, contenendo piuttosto la disciplina di strumenti asseritamente necessari al fine del consolidamento dei risultati di risanamento finanziario che si presume debbano essere conseguiti nel frattempo e per via di legislazione ordinaria. La revisione dell’art. 81 della Costituzione italiana così come il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla [continua..]

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