Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2280-1332 / EISSN 2421-6801
G. Giappichelli Editore

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I profili giuridici dell'adempimento collaborativo (di Alessandro Tropea)


L’adempimento collaborativo introduce peculiari aspetti di novità nel diritto tributario. Infatti, per la prima volta, tramite questo istituto, viene compiutamente codificata nell’ordinamento una disciplina sul diritto di partecipazione del contribuente (di “grandi dimensioni”) all’attività di controllo condotta dall’Amministrazione Finanziaria. Precisamente, con l’adempimento collaborativo viene individuato un momento procedimentale idoneo a consentire il confronto delle diverse posizioni assunte dalle parti del rapporto d’imposta, prima che l’eventuale divergenza divenga definitiva e prima che venga suggellata in un atto impositivo. Dunque, la vera novità rispetto al passato è che l’adesione al nuovo regime consente, da una parte, al contribuente di tutelare i propri diritti in sede procedimentale e, dall’altra parte, al fisco di dare piena attuazione al principio di collaborazione col soggetto passivo d’imposta.

Legal aspect of the cooperative compliance regime

The cooperative compliance introduces peculiar aspects of novelty in tax law. In fact, for the first time, through this institute, a discipline of the right to an active participation of taxpayer (of “large dimensions”) during tax investigations is introduced into the tax sy­stem. More precisely, with the cooperative compliance the lawmaker identifies the procedural moment suitable to allow a dialogue of the different parties involved in the tax obligation, before their divergences become definitive. Therefore, the real innovation is that entering in this new regime, on the one hand, allows the taxpayer to protect its rights during administrative proceedings and, on the other, allows the tax authorities to fully implement the principle of collaboration with taxpayer.

1. Premessa Come negli altri ordinamenti dei Paesi OCSE, anche in Italia è stato definitivamente introdotto il regime dell’adempimento collaborativo [1]. L’art. 6, legge di delega fiscale 11 marzo 2014, n. 23 e il Titolo III del D.Lgs. 5 agosto 2015, n. 128, che ne è conseguito, hanno attuato nell’ordinamento una nuova forma di rapporto tributario tra autorità fiscale e contribuenti di grandi dimensioni [2]. Questo istituto promuove sostanzialmente uno “scambio” tra contribuente e Amministrazione Finanziaria: da un lato, il soggetto passivo che aderisce al regime si impegna a garantire al fisco la “trasparenza” della propria attività aziendale e, dall’altro, l’autorità di controllo ricambia creando un contesto fiscale di maggiore “certezza”, che, come si vedrà, per le fattispecie più complesse, si traduce nella sottoscrizione di un accordo vincolante tra le parti [3]. L’adempimento collaborativo non è preordinato al solo recupero dell’eva­sione, ma è rivolto, in prospettiva, a realizzare un incremento delle basi imponibili dichiarate, tramite l’osservanza spontanea delle leggi fiscali da parte del contribuente. Incentivando l’adesione a tale regime, il legislatore intende conseguire l’ulteriore effetto di ridurre progressivamente il contenzioso tributario su fattispecie giuridiche controverse, tipiche delle grandi imprese. Comunque, l’istituto non introduce nell’ordinamento alcuna forma di co-amministrazione dell’obbligazione tributaria tra parte pubblica e parte privata. Si tratta di una semplice cooperazione che le parti del rapporto d’imposta sono libere di instaurare. In quest’ottica di maggiore dialetticità, come avanti spiegato, il soggetto passivo è in grado di attenuare il profilo autoritativo del fisco, proprio perché ad egli viene riconosciuto un ruolo centrale nella dinamica di elaborazione delle scelte amministrative. Dunque, il presente contributo osserverà l’adempimento collaborativo per i suoi peculiari aspetti di novità introdotti nell’ambito del diritto tributario. Per la prima volta, infatti, viene compiutamente codificata nell’ordinamento una disciplina della partecipazione del contribuente all’attività di controllo condotta dall’Amministrazione Finanziaria [4]. Difatti, con tale regime viene individuato un momento procedimentale idoneo a consentire il confronto delle diverse posizioni assunte dalle parti del rapporto d’imposta, prima che l’even­tuale divergenza divenga definitiva e venga suggellata in un atto impositivo. Per cui, verrà analizzato come la partecipazione del contribuente al procedimento di controllo fiscale non viene in rilievo solo in funzione di tutela dei diritti, ma anche in [continua..]

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