Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2280-1332 / EISSN 2421-6801
G. Giappichelli Editore

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Crisi dei metodi di accertamento tributario e prospettive di riforma: introduzione (di Alessandro Giovannini)


I tornanti della storia contemporanea impongono di ricercare nuove strade per avviare una stagione di vera riforma del sistema tributario, fatta non di interventi occasionali, asistematici o comunque limitati a singoli “spicchi” della disciplina esistente, ma di interventi ampi e organizzati sistematicamente su nuove basi, com­prendenti, oltre all’accertamento, il sistema sanzionatorio, quello della riscossione, la disciplina sulle tutele e il sistema di diritto sostanziale. Ancor prima è necessario ripensare alcuni schemi o modelli teorici che hanno condizionato in maniera pesantissima scelte politiche e normative, percorsi giurisprudenziali e la prassi amministrativa degli ultimi decenni e che rischiano di condizionare in maniera frenante scelte future: dal concetto di “reddito effettivo” a quello di “realtà” delle ricostruzioni giuridiche, da quello di effettività delle tutele a quello di disponibilità dell’obbligazione d’imposta, a quello di discrezionalità amministrativa.

Crisis of methods of tax assessment and possible reforms

The trends of contemporary history require to look for new roads to start a season of real reform of the tax system not based on occasional, unsystematic interventions nor merely limited to single “slices” of the existing framework, but on wide and systematically organized changes, including tax assessment, tax penalties, tax collection rules, taxpayers’rights protection and tax substantive rules. However, before any legislative change, it is necessary to rethink some schemes or theoretical models that have strongly influenced political choices and regulations, case law and administrative practice of the recent decades and that threaten to delay future reforms. From the concept of “effective income” to the one of “reality” of the legal interpretations, from the concept of effectiveness of taxpayers’rights protection, to the one of tax rulings and, finally, to the one of administrative discretion.

1. Per una riforma tributaria di sistema: le nuove economie, le esigenze della finanza pubblica e il “vecchio” fisco I tornanti della storia contemporanea impongono di ricercare nuove stra­de per avviare una stagione di riforma del sistema tributario, fatta non di interventi occasionali, asistematici o limitati a singoli “spicchi” della disciplina esistente, ma di interventi ampi e organizzati sistematicamente su nuove basi, comprendenti, oltre all’accertamento, il sistema sanzionatorio, quello della riscossione, la disciplina sulle tutele e il sistema di diritto sostanziale. La normazione attuale, d’altra parte, è sempre più caotica, mal scritta, disorganica e con evidenti “buchi neri”. Il sistema che ne risulta, perciò, è e­stremamente complesso, costosissimo nella gestione, foriero di controversie interpretative defatiganti, lontano dai venti sostanzialistici che dall’Europa si alzano sul terreno della tutela delle libertà. È un sistema concettualmente, culturalmente vecchio. Accanto a questa valutazione, si pongono esigenze e preoccupazioni che vanno “oltre il diritto” e che sospingono con forza verso il cambiamento. A fronte di ricchezze sottratte in misura ingente alla contribuzione; di esigenze di finanza pubblica difficilmente comprimibili in maniera sensibile, a meno di non intaccare porzioni importanti di welfare; a petto di un debito statale crescente ed a stringenti vincoli di bilancio; di un crescente aumento dell’età media di vita della popolazione; di cambiamenti epocali dell’econo­mia e della finanza domestica ed internazionale [2], ma a patto anche di una elevata pressione fiscale, i metodi di verifica e determinazione della materia imponibile costituiscono fulcro essenziale per la tenuta del Paese e per la re­distribuzione della ricchezza, nello spirito e in attuazione dei princìpi costituzionali di eguaglianza e solidarietà. Si tratta, allora, di cambiare gioco e non più soltanto qualche regola del gioco. Intendiamoci, le fondamentali scelte di sistema per la composizione armonica di queste esigenze competono soltanto alla politica nazionale ed europea. Noi, come studiosi, possiamo contribuire solo con idee e progetti, con­sapevoli del fatto che l’armamentario tecnico oggi utilizzabile, nei suoi tratti portanti, è ancora quello introdotto con le leggi di riforma degli anni settanta e pensato negli anni cinquanta e sessanta [3]. Sebbene elaborato da scienziati illuminati e da una dotta classe dirigente, esso mostra i segni del tempo. La sua inadeguatezza rispetto alle moderne economie e la sua insufficienza a fronteggiare i nuovi scenari dell’evasione e dell’elusione sono fatti difficilmente confutabili. E non perché la crisi attenga ai singoli metodi o ai singoli istituti in [continua..]

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