Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2280-1332 / EISSN 2421-6801
G. Giappichelli Editore

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Spunti problematici sulla confisca per equivalente (o di valore) nei reati fiscali (di Michele Mauro)


L'ingresso della confisca “per equivalente” nei procedimenti penali per reati fiscali ha inevitabilmente originato una serie di criticità, tra cui, oltre agli ormai risolti dubbi in ordine all’applicazione retroattiva o meno dell’istituto, spiccano la sua sovrapposizione con altre modalità di recupero del tributo evaso ed altre misure afflittive, la difficoltà di individuazione e quantificazione del (prezzo o) profitto del reato, la sua applicazione nei confronti delle persone giuridiche e nei reati plurisoggettivi. Spesso le soluzioni offerte dalla giurisprudenza di legittimità non appaiono convincenti sotto il profilo dell’adeguato contemperamento tra l’obiettivo punitivo e al contempo ripristinatorio della confisca ed il rispetto dei fondamentali principi di equità, proporzionalità, colpevolezza e legalità. È auspicabile, allora, un’in­versione di talune tendenze giurisdizionali efficientiste e repressive, al fine di riportare la lotta all’evasione fiscale sul terreno del rispetto delle garanzie. Invero, piuttosto che attuare irrazionali metamorfosi dello strumento della confisca al fine di soddisfare istanze di politica criminale, sarebbe necessario ripensare il sistema sanzionatorio tributario tenendo conto delle peculiarità della materia ed evitando irrazionali sovrapposizioni tra le reazioni amministrative e quelle penali.

Some critical remarks on the confiscation for an equivalent amount (or value confiscation) in tax offenses

The introduction of the confiscation “for an equivalent amount” in criminal proceedings for tax offenses has inevitably created many problematic issues: in addition to the now resolved doubts concerning its retroactive application, one can mention the overlapping of the new institution with different methods to recover the evaded taxes and other punitive measures, the difficult identification and quantification of the (price or) profit of the offense, the applicability of confiscation against legal entities and with regards to offenses involving more authors. The solutions proposed by the Italian Supreme Court are not often convincing from the point of view of the appropriate ba­lancing between the punitive and the recovery functions of confiscation and the compliance of fundamental principles of equity, proportionality, legality and guiltiness. It is highly desirable, then, a reversal of some judicial repressive trends, in order to tackle tax evasion by enforcing, at the same time, the various guarantees provided. Indeed, rather than implementing an irrational metamorphosis of confiscation in order to meet the needs of criminal policy, it would be necessary to reform the whole system of tax offenses considering the particularity of tax law and avoiding the unfair overlap between administrative and criminal penalties.

1. Premessa: : la rilevanza della confisca per equivalente nella materia tributaria Come noto, l’art. 1, comma 143, della L. n. 244/2007 (legge finanziaria per il 2008) ha esteso l’applicazione della confisca (obbligatoria) per equi­valente (o di valore) [1], prevista dall’art. 322 ter c.p. [2], a reati tributari tassativamente individuati [3]. Si tratta di una misura ablativa, che spesso segue al sequestro preventivo (anch’esso per equivalente) [4], tesa ad incidere sul patrimonio del reo per un valore corrispondente all’illecito vantaggio economico derivante da uno dei reati presupposti, tra cui quelli fiscali [5], al fine di ripristinare la situazione economica modificata in favore del colpevole mediante l’imposizione di un sacrificio patrimoniale di corrispondente valore, con chiaro intento repressivo e al contempo preventivo [6]. Con riguardo agli illeciti penali tributari l’istituto in argomento, al contrario della confisca ex art. 240 c.p., è particolarmente rilevante in quanto solitamente il profitto del reato si realizza mediante l’omesso pagamento del­l’imposta (o della maggiore imposta) dovuta e, quindi, consiste in un rispar­mio economico che non si presta ad essere assoggettato alla tradizionale con­fisca di cui all’art. 240 c.p. [7]. Non si può, tuttavia, non rilevare come l’ingresso della confisca per equivalente nei procedimenti penali per reati fiscali abbia inevitabilmente originato una serie di criticità tra cui, oltre agli ormai risolti dubbi in ordine al­l’applicazione retroattiva o meno dell’istituto, spiccano la sua sovrapposizione con altre modalità di recupero del tributo evaso ed altre misure afflittive, la difficoltà di individuazione e quantificazione del (prezzo o) profitto del reato, la sua applicazione nei confronti delle persone giuridiche e nei reatiplurisoggettivi. Naturalmente tali questioni, oltre a stimolare vivamente l’interesse della dottrina tributaristica, hanno prodotto numerosi e mutevoli orientamenti giurisprudenziali che offrono lo spunto per una disamina critica degli aspetti maggiormente problematici. Invero, come si vedrà, spesso le soluzioni offerte non appaiono convincenti sotto il profilo dell’adeguato contemperamento tra l’obiettivo punitivo e al contempo ripristinatorio ed il rispetto dei fondamentali principi di equità, proporzionalità, colpevolezza e legalità. In specie, vero è che la confisca per equivalente ben si attaglia al contrasto alle frodi fiscali, in quanto consente di aggredire i beni del reo (e, a certe condizioni, dei terzi) in base alla corrispondenza (di valore) con i benefici economici ottenuti attraverso la commissione del reato, al ricorrere della mera disponibilità del bene e quindi [continua..]

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Fascicolo 2 - 2015